top of page

PSICOLOGIA PER L'INFANZIA

Consulenza psicologica
Consulenza psicologica e psicoterapia
​
Lo psicologo infantile lavora con le famiglie e per le famiglie. Ci occupiamo dell’infanzia e delle difficoltà incontrate dai bambini durante le diverse e difficili fasi dello sviluppo cognitivo, psico-affettivo e socio-relazionale.
Lavorare con i bambini, significa sempre lavora anche con i genitori, aiutandoli a capire quali siano le cause e le possibili soluzioni del disagio dei figli. Alcuni dei disagi più frequentemente riscontrati  riguardano: difficoltà comportamentali, relazionali, stati di ansia, difficoltà di apprendimento, paure e fobie e  disturbi dello sviluppo.
Cosa fa lo psicologo
Cosa fa lo psicologo infantile?
​

L'intervento psicologico avviene attraverso il giocare, il disegnare, il raccontare e l'inventare. Questi sono gli ingredienti delle sedute con un bambino. Attraverso il gioco terapeutico lo psicologo costruisce una relazione curativa con il bambino che gli permette di acquisire informazioni sul suo livello di sviluppo mentale, sulle sue competenze, sulla sua vita affettiva ed emotiva, sulla sua capacità di regolare le emozioni, sul suo mondo interiore, su come vive le relazioni nel suo ambiente quotidiano, in particolare nella famiglia e a scuola. 

Si comincia in genere con una fase di valutazione, fondamentale per inquadrare clinicamente il disagio presentato, in cui ci si avvale anche di appositi strumenti diagnostici.

Si procede con la fase terapeutica in cui lo psicologo, attraverso il gioco e le parole “nel gioco”, aiuta il bambino a risolvere problemi e ad acquisire nuove abilità per affrontarli.
Quando lo psicologo
Quando può essere utile lo psicologo infantile?
​

Come nel mondo degli adulti anche nel mondo dei bambini sono presenti alcuni disturbi per i quali può essere utile consultare uno psicologo:

  • Disturbi della condotta

  • Difficoltà relazionali

  • Disturbi del comportamento

  • Disturbi d'ansia

  • Difficoltà di apprendimento

  • Paure e fobie

  • Disturbi dello sviluppo

Come capire se qualcosa non va?
​

L'apparato mentale dei bambini è ancora in via di maturazione rispetto a quello adulto, per cui la capacità di esprimere un disagio nell'infanzia difficilmente avviene attraverso la comunicazione verbale, ma è più probabile che avvenga attraverso altri canali. Può avvenire per esempio manifestando veri e propri sintomi fisici, come nel caso dei disturbi d'ansia dove i bambini presentano spesso cefalee, vomito e mal di pancia senza che sia presente una reale origine organica.

In altri casi essi manifestano il loro disagio attraverso il comportamento, come eccessi di aggressività, paure immotivate, difficoltà ad addormentarsi e ad alimentarsi.

Sono tutti segnali che è necessario prendere in considerazione ed approfondire allo scopo di capire se c'è un effettivo disagio emotivo che il bambino sta cercando di comunicare.

Prendere in considerazione tali segnali è il primo ma indispensabile passo verso la ricerca di una soluzione funzionale sia per il bambino che per la famiglia intera. 

Come capire se qualcosa non va
Quando portare un bambino dallo psicologo?
​

Diverse sono le situazioni per le quali è necessario portare il bambino dallo psicologo, di solito tutte riconducibili ad un disagio che il minore può manifestare e che i genitori faticano a gestire.

A volte non è facile capire perchè un figlio, a differenza di un altro, si comporta in un determinato modo. Nel contesto familiare, per esempio, può essere più esigente, più timido o più estroverso. Può presentare dei comportamenti di iperattività, di opposizione rispetto alle regole genitoriali, addormentarsi con difficoltà, mangiare poco, preferire un genitore all'altro, manifestare ansia, ecc.

Anche per i comportamenti nel contesto scuola vale lo stesso discorso. Un bambino può presentare lentezza nell'apprendimento del linguaggio, della scrittura o del calcolo. Può avere difficoltà a stare seduto, può avere la tendenza a disturbare la classe oppure ad isolarsi.

Il contesto familiare e scolastico sono i due ambiti privilegiati dove è possibile osservare se il bambino presenta un certo disagio.

Il confronto con il professionista permette di chiarire e comprendere più nello specifico le dinamiche psicologiche del bambino in rapporto alle tappe evolutive, al contesto ed ai propri vissuti.

Lo psicologo può essere quindi una figura di riferimenti per la famiglia relativamente agli aspetti psicologici come il pediatra lo è relativamente agli aspetti fisici.

Quando poratre il bambino
Come funziona presa in carico
Come funziona la presa in carico?
​

Il primo appuntamento viene fissato con i genitori senza il bambino, per permettere al professionista di raccogliere le informazioni necessarie e ai genitori di esprimersi liberamente.

In quell'occasione si concordano le modalità di intervento e quando vedere il bambino per una valutazione cognitiva, comportamentale ed emotiva. Il numero di incontri necessario per tale valutazione può variare da due a cinque, a seconda della complessità della situazione del bambino.

Dopo gli incontri di valutazione è previsto un colloquio con i genitori in cui confrontarsi su quanto emerso, e quindi decidere come e se proseguire con la presa in carico.

Tratamento psicologico
Il trattamento psicologico?
​

Dopo aver effettuato la valutazione ed aver verificato l'esistenza di aspetti di rilevanza clinica, viene impostato un trattamento mirato, la cui durata dipenderà dal tipo di aspetti emersi, dalla loro complessità e dalle implicazioni individuate.

Anche durante il percorso con il bambino vengono mantenuti i contatti con i genitori, nell'ottica di una cooperazione finalizzata al raggiungimento del benessere di tutti i componenti della famiglia.

bottom of page